venerdì 19 febbraio 2010

Sfruttamento minorile nel mondo


Quanti sono i bambini e le bambine nel lavoro costretti a lavorare, spesso in condizioni disumane che rasentano la vera e propria schiavitù? Impossibile avere dati precisi, per ovvie ragioni: il fenomeno varia da continente a continente, da paese a paese, «... si tratta di realtà sommerse, fuori dalla legalità, coperte da omertà e complicità. Secondo la stima dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), i bambini lavoratori al di sotto dei 15 anni sono circa 250 milioni. Il 61% in Asia, il 32% in Africa, il 7% in America Latina». Sono cifre approssimate certamente per difetto. Come censire i milioni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi che «lavorano» nel mercato clandestino, semiclandestino, quasi legale dello sfruttamento sessuale, su cui alcuni paesi hanno costruito una vera e propria industria? Come contare i milioni di bambini soldato in Africa?

Visualizza Lavoro minorile in una mappa di dimensioni maggiori

Ridotti in vera e propria schiavitù lavorano per molte ore consecutive e in condizioni che compromettono la loro salute, nelle piantagioni di caffè, cacao, tabacco e canna da zucchero, nelle miniere, nelle fabbriche di tappeti, di giocattoli, di scarpe, di fiammiferi e fuochi d'artificio. I bambini hanno diritto al gioco, ad andare a scuola, al riposo e allo svago. Ma un bambino che lavora non ha tempo per andare a scuola, nè tanto meno per giocare ed è costretto a lavorare in condizioni umilianti e pericolose che provocano malattie e deformazioni fisiche.

Perchè
un bambino è costretto a lavorare? La causa principale è la povertà. Molte fabbriche richiedono la manodopera infantile perchè costa molto meno di quella degli adulti. I bambimi non protes
tano, sono più docili, non possono difendersi nè ribellarsi. Moltissime famiglie riescono a sopravvivere grazie ai guadagni seppure miseri dei loro figli.


Il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile è Iqbal Masih, un ragazzo pakistano di 12 anni che era stato ceduto dalla sua famiglia per estinguere il debito con di 16 dollari. Costretto a lavorare in una tessitura di tappeti, incatenato al telaio, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del mondo, Iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di denunciare la "mafia dei tappeti", contribuendo alla liberazione di centinaia di altsi piccoli schiavi.


">

"-Voi volete liderarli,- disse Iqbal- e anch'io. Maria ed io assistevamo alla discussione a bocca aperta: noi non avremmo mai avuto il coraggio di parlare in quel modo, alla pari, con degli adulti. Ma Iqbal, in quel momento sembrava un adulto anche lui." (dal libro Storia di Iqbal di Francesco D'Adamo)


Fonti:
D. Invernizzi, D. Missaglia, I bambini a studiare, i grandi a lavorare, Ediesse
Francesco D'Adamo, Storia di Iqbal, Edizioni EL

Nessun commento:

Posta un commento